Una giovane fotografa esplora il mondo delle milonghe napoletane con il suo sguardo appasionato e decisamente particolare.
Le immagini stereotipate della città e l'abusata iconografia del tango, fatta di rose in bocca e sguardi languidi, cedono il posto a dettagli inconsueti, attimi di pausa tra una tanda e l'altra, ritratti “rubati” della eterogenea popolazione tanguera napoletana.
Valeria Manzoni non cerca la pulizia delle immagini, le pose studiate.
Anche individuare i luoghi è difficile per chi non li conosce bene. La città di Napoli non è mai presente in modo dichiarato nelle immagini, per una voluta scelta dell'autrice, che ha scelto di raccontare – attraverso la narrazione di una realtà particolare – un messaggio universale, quello che unisce gli appassionati di Tango argentino di tutto il mondo.
Le sue sono foto in movimento, fatte di chiaroscuri, ombre, improvvisi lampi di colore, che riescono a immortalare tra la grana delle immagini tutta la potente carica emozionale di questo ballo passionale, che da Buenos Aires a Napoli unisce i corpi dei ballerini in un breve ma intenso abbraccio.
Un lavoro da “insider”, fatto grazie al passato da ballerina di tango dell'autrice stessa, che racconta di un mondo variegato e in crescita costante.
Luciana Squadrilli